Ruinart sostiene il consumo responsabile di vini e alcolici tramite Moët Hennessy, membro di Wine in Moderation.
SI CONSIGLIA DI BERE RESPONSABILMENTE.
Frédéric Panaïotis, chef de caves della Maison Ruinart.
Il Dom Ruinart Blanc de Blancs 2010 è prodotto esclusivamente con Chardonnay Grand Cru, provenienti per il 90% dalla Côte des Blancs (Le Mesnil-sur-Oger, Avize, Chouilly e Cramant) e per il 10% dalla Montagne de Reims (Sillery). Riflettendo una ricca palette di terroir dello Champagne, questo vitigno emblematico è presente in tutte le cuvée della Maison.
Alla continua ricerca dell’eccellenza, la Maison cerca di spingere oltre l’invecchiamento delle cuvée Dom Ruinart donando loro una maggiore profondità. Frédéric Panaïotis, chef de caves, e il suo team hanno avuto l’intuizione di reintrodurre il tiraggio con tappi di sughero. Sostituendo le capsule metalliche, questo materiale nobile conserva la freschezza aromatica del vino per tutto il suo invecchiamento.
Una scelta che porta al ritorno di un gesto centenario: il dégorgement manuale. In fase di degustazione, il vino rivela una complessità aromatica con una freschezza esaltata da un tocco di amaro.
Dopo un inverno molto freddo, l’anno 2010 è caratterizzato da un inizio estate secco e da un agosto piovoso. La vendemmia inizia il 15 agosto. Dalla degustazione dei vini di base, gli chardonnay del 2010 sorprendono per la loro ricchezza. Un equilibrio che permette al team di enologi di creare un assemblaggio esprimendo tutto il loro savoir-faire. È la premessa di un ottimo millesimato.
A prima vista si presenta con un colore giallo oro, con lievi riflessi verde acqua e un'effervescenza fine e persistente.
Al primo naso emerge una nota cipriata, floreale e minerale che evoca l’universo chypre della profumeria. Al secondo naso riunisce note tostate e speziate come il macis della noce moscata, nocciola, mandorla tostate e un accenno di caffè.
In bocca, aromi di foglie di fico si mescolano a note di tè nero e spezie fresche. Il vino persiste con un finale fresco caratterizzato da un’elegante nota amara.
Valérie Radou, chef della Maison, e Frédéric Panaïotis, chef de caves, consigliano di abbinare questa cuvée a piatti arrostiti e speziati, come un filetto di maiale nero, o a pesci o frutti di mare con un tocco affumicato o tostato, come l’aragosta blu affumicata.
Nel 2020, la Maison Ruinart presenta la nuova confezione second skin, composta per il 99% da carta e modellata sulla forma della bottiglia, un’innovazione che cristallizza l’impegno sostenibile della Maison. Il chalk wrap, tipico delle cuvée Dom Ruinart, è stato creato seguendo lo spirito di questa innovazione.
Morbida al tatto, vellutata come il gesso, veste questa bottiglia eccezionale e offre un modo nuovo e più impegnato di presentare un regalo. Con le sue crepe e i suoi rilievi, sembra essere stato scolpito nella roccia calcarea. Evoca il legame indissolubile tra Dom Ruinart e il gesso, dalla coltivazione delle viti su terreni calcarei all’invecchiamento delle cuvée nelle profonde cantine di gesso. Mostra la ricchezza delle capacità dell’uomo.