Ruinart sostiene il consumo responsabile di vini e alcolici tramite Moët Hennessy, membro di Wine in Moderation.
SI CONSIGLIA DI BERE RESPONSABILMENTE.
Ruinart coltiva le sue vigne con cura, rispettando le tradizioni ancestrali. Tre varietà di uva compongono gli assemblaggi delle sue cuvée: Chardonnay, l’emblema della Maison, Pinot Noir e Pinot Meunier. Le uve provengono principalmente dalla Côte des Blancs, dove lo Chardonnay è il re indiscusso, e dalle pendici settentrionali della Montagne de Reims. Qui le uve beneficiano di un’insolazione ottimale e crescono su suoli gessosi che regolano perfettamente lo stato idrico delle viti. Questo terroir produce vini tesi, cesellati e di grande potenza.
I vigneti di Sillery e Taissy occupano un posto speciale nella storia di Maison Ruinart.
Sillery, l’unico terroir classificato come Grand Cru per le uve Chardonnay vicino a Reims, è uno dei più antichi vigneti Grand Cru che si conoscano ed è ancora di proprietà dei discendenti della famiglia Ruinart.
A pochi chilometri di distanza si trova il vigneto di Taissy, classificato come Premier Cru e citato già nel 1733 negli archivi della Maison, 4 anni dopo la sua creazione. Questa parcella di 40 ettari, un’unità rara in Champagne, è piantata principalmente con Chardonnay di età compresa tra 6 e 18 anni. La Maison sta pilotando un ambizioso progetto di promozione della biodiversità, basato sul principio della vitiforestazione e realizzato con Reforest’Action.
Dal 2014, questi vigneti storici vantano una doppia certificazione: High Environmental Value e Sustainable Viticulture in Champagne. Un passo significativo a favore della biodiversità, che sottolinea l’impegno di Maison Ruinart per una viticoltura sostenibile.
Parte dello stile Ruinart risiede nell’equilibrio dell’assemblaggio, ma anche nel modo in cui vengono coltivate le viti.
Negli ultimi anni, l’impatto del cambiamento climatico sulle viti ha subito un’accelerazione. La Maison ha il dovere di proteggere la natura, che è in balia di un clima imprevedibile. Dal 2003, quando la Francia è stata attraversata da una preoccupante ondata di caldo, la Champagne ha assistito a sei vendemmie anticipate, iniziate ad agosto anziché a settembre. Si tratta di uno sconvolgimento che richiede un’attenzione e una delicatezza raddoppiate.
Pioniere della viticoltura sostenibile, Ruinart ha fatto della lotta al riscaldamento globale una delle sue principali priorità. Fin dagli anni 2000, ha gradualmente trasformato le sue pratiche con l’obiettivo di controllare l’impatto ambientale di ogni fase della produzione delle sue cuvée.
Alla fine di febbraio, la vite si risveglia dal sonno invernale, segnando l’inizio di un nuovo ciclo vegetativo. A marzo, con l’arrivo della primavera, spuntano le prime gemme. Ad aprile compaiono le prime foglie, che un mese dopo riveleranno infiorescenze.
Nel mese di giungo sbocciano i fiori per rivelare i futuri semi: è la fioritura, che dura circa dieci giorni. Questa fase consente di stimare il raccolto successivo.
Durante l’estate, le bacche cambiano colore e accumulano zucchero. Dopo un controllo della loro maturità, il team di enologi della Maison determina con precisione la data dell’inizio della vendemmia. Grappolo per grappolo, l’uva viene raccolta interamente a mano. È un processo delicato che aiuta a preservare l’integrità del frutto fino alla pigiatura.
Con l’arrivo dell’autunno, la vite accumula le sue riserve prima del riposo invernale: mentre la linfa si ritira verso le radici, le foglie cambiano colore per poi cadere.
Fonte di ispirazione per gli artisti in residenza a Reims, il vigneto diventa il soggetto della creazione. Nell’ambito di questi programmi annuali, Ruinart invita una selezione di artisti di talento a esplorare le sue cantine e i suoi vigneti e a immaginare una reinterpretazione artistica del suo patrimonio.
Nel settembre 2029, la Maison festeggerà il suo 300° anniversario. Ogni anno a Reims, nell’ambito del programma Countdown, presenta un nuovo progetto artistico o architettonico che combina innovazione, creatività e sostenibilità, arricchendo il suo patrimonio simbolico attraverso la creazione di opere in situ.
Nel 2021, l’artista argentino Tomás Saraceno pone l’osservazione della natura al centro del suo approccio. Attraverso la sua opera Movement, illustra l’impatto del cambiamento climatico sulle viti attraverso il volo della scultura Aerocene, utilizzando solo la forza del sole e del vento.
Nel 2022, con Habitats, il pioniere della land art NILS-UDO investe il vigneto di Taissy di tre sculture giganti in legno e pampini. Utilizzando le viti e i tralci dei filari rimossi per il progetto di forestazione viticola gestito dalla Maison, crea dei nidi in cui la fauna locale è invitata ad instaurarvisi.